Psicologia

Ci rubano il tempo del sonno, del riposo, della comunicazione con i propri cari. I nostri smartphone sono diventati più importanti per noi dei nostri figli e nipoti. Lo psicoterapeuta Christophe Andre spera nelle nuove generazioni e le considera meno dipendenti dai gadget.

La prima storia si svolge su un treno. Una bambina di tre o quattro anni disegna, seduta di fronte ai suoi genitori. La madre sembra irritata, sembra che prima di partire ci sia stato un litigio o qualche guaio: guarda fuori dalla finestra e ascolta musica in cuffia. Papà guardò lo schermo del suo telefono.

Dato che la ragazza non ha nessuno con cui parlare, parla tra sé e sé: “Nel mio disegno, mamma… Ascolta le sue cuffie ed è arrabbiata, mia madre… La mamma ascolta le sue cuffie… È infelice…”

Ripete queste parole più volte dall'inizio alla fine, guardando suo padre con la coda dell'occhio, sperando che presti attenzione a lei. Ma no, suo padre, a quanto pare, non è affatto interessato a lei. Quello che succede sul suo telefono lo affascina molto di più.

Dopo un po', la ragazza tace - ha capito tutto - e continua a disegnare in silenzio. Poi, dopo una decina di minuti, vuole ancora un dialogo. Poi riesce a far cadere tutte le sue cose in modo che i suoi genitori finalmente le parlino. È meglio essere rimproverati che ignorati...

La seconda storia. … Il ragazzo si gira con uno sguardo dispiaciuto e va a parlare con il nonno. Venendo con loro, sento: "Nonno, eravamo d'accordo: niente gadget quando siamo una famiglia!" L'uomo borbotta qualcosa senza distogliere lo sguardo dallo schermo.

Incredibile! A cosa sta persino pensando una domenica pomeriggio, a giocherellare con un dispositivo che rompe le relazioni? Come può un telefono essere più prezioso per lui della presenza di un nipote?

I bambini che hanno visto come gli adulti si impoveriscono con gli smartphone avranno un rapporto più intelligente con i loro gadget.

Il tempo passato davanti agli schermi degli smartphone viene inevitabilmente rubato ad altre attività. Nella nostra vita privata, questo è solitamente il tempo rubato al sonno (la sera) e ai nostri rapporti con le altre persone: familiari, amici o spontanee (il pomeriggio). Ne siamo consapevoli? Quando mi guardo intorno, mi sembra che non ci sia...

Due casi che ho visto mi hanno sconvolto. Ma mi ispirano anche. Mi dispiace che genitori e nonni siano così schiavi dei loro gadget.

Ma sono contento che i bambini, che hanno visto come gli adulti si impoveriscono e si sminuiscono con questi dispositivi, mantengano un rapporto molto più attento e ragionevole con i loro gadget rispetto alle generazioni più anziane, vittime del marketing, a cui viene venduto con successo un flusso infinito di informazioni e dispositivi per il suo consumo (“Chi non è in contatto non è proprio una persona”, “Non mi limito a nulla”).

Forza, giovani, contiamo su di voi!

Lascia un Commento