«Peanut Falcon»: le speranze di un piccolo distacco

«Non posso essere un eroe perché ho la sindrome di Down.» “Cosa c’entra questo con il tuo cuore? Chi ti ha detto una cosa del genere?» Quante volte rinunciamo a un sogno semplicemente perché siamo nati con carte sbagliate – o anche perché gli altri ce ne hanno convinto? A volte, però, basta un incontro per cambiare tutto. Questo è The Peanut Falcon, un piccolo film fantastico di Tyler Neilson e Mike Schwartz.

Due persone camminano lungo le infinite strade del sud americano. O vagabondi, o fuggitivi, o un distaccamento con un incarico speciale. Zack, dopo aver fatto a pezzi una vecchia videocassetta, insegue il suo sogno: diventare un wrestler professionista. Non importa che il ragazzo abbia la sindrome di Down: se vuoi davvero qualcosa, tutto è possibile, anche sgattaiolare fuori dalla casa di cura, dove lo Stato gli ha assegnato, quello inquieto.

Il pescatore Tyler va piuttosto non da, ma da: si è fatto dei nemici, fugge e Zach, francamente, si è imposto su di lui. Tyler però non sembra essere contrario alla compagnia: il ragazzo sostituisce il fratello morto, e ben presto il piccolo distacco si trasforma in una vera e propria confraternita, e la storia di rinnegati informali in una parabola di libertà e amicizia. Più precisamente, degli amici come di una famiglia che scegliamo per noi stessi.

Ci sono più di una dozzina di parabole simili nel cinema mondiale, ma The Peanut Falcon non pretende di essere originale in termini di trama. Piuttosto, questa è un'occasione per toccare ancora una volta qualcosa di palpitante, reale, vulnerabile in noi. E anche – per ricordarti che si può fare molto – soprattutto se non sai che questo è impossibile.

Lascia un Commento