pubalgia

La pubalgia si riferisce al dolore localizzato al pube (pubico = pube e dolore = dolore). Ma corrisponde ad una delle situazioni dolorose di questa zona per cui le ragioni sono varie, e compaiono principalmente nell'atleta. Non si tratta quindi di una pubalgia, ma di una costellazione di varie lesioni pubalgiche che possono, peraltro, essere combinate, e questo in soggetti che praticano uno sport volontariamente in modo intenso.

Ciò è in gran parte dovuto al fatto che il bacino, di cui fa parte il pube, è una regione anatomica complessa in cui interagiscono diversi elementi: articolazioni, ossa, tendini, muscoli, nervi, ecc.

La pubalgia è quindi una malattia difficile da diagnosticare e trattare correttamente. Richiede quindi l'intervento di un medico o di un chirurgo specialista che deve essere in grado sia di escludere altre diagnosi sia di evidenziare l'origine del dolore, così da assicurare il trattamento più idoneo possibile.

Nel complesso, la frequenza della pubalgia è stimata tra il 5 e il 18% nella popolazione atletica, ma può essere molto più elevata in alcuni sport.

Tra gli sport che promuovono l'insorgenza della pubalgia, il più noto è senza dubbio il calcio, ma sono coinvolte anche altre attività come l'hockey, il tennis: sono tutti sport che prevedono rapidi cambi di orientamento e/o appoggio forzato su un solo piede (salto , siepi, ostacoli, ecc.).

Durante gli anni '1980 vi fu un "focolaio" di pubalgia, soprattutto tra i giovani calciatori. Oggi, essendo la patologia meglio conosciuta e meglio prevenuta e curata, è fortunatamente diventata più rara.  

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