Prisca Wetzel, un'ostetrica impegnata

Il lato umano, le competenze mediche richieste e la gioia di poter mettere al mondo dei bambini hanno spinto Prisca Wetzel a riorientarsi verso la professione di ostetrica, dopo un primo anno di medicina. Oltre a due o tre “guardie” di 12 o 24 ore settimanali, questa giovane ostetrica di 27 anni, sempre dinamica, moltiplica gli impegni per coltivare la sua passione.

Una missione umanitaria di 6 settimane in Mali, per formare la gente del posto, ha consolidato il suo entusiasmo. Tuttavia, le condizioni di esercizio erano dure, senza doccia, senza servizi igienici, senza elettricità… “Infine, praticare un parto a lume di candela e con una lampada speleografica appesa sulla fronte non è impossibile”, spiega Prisca. Wetzel. La mancanza di attrezzature mediche, nemmeno per rianimare un bambino prematuro, complica però il compito. Ma le mentalità sono diverse: lì, se un bambino muore alla nascita, è quasi normale. Le persone si fidano della natura. All'inizio è difficile da accettare, soprattutto quando si sa che il neonato avrebbe potuto salvarsi se il parto fosse avvenuto in condizioni più favorevoli. "

Lascia che sia la natura

Tuttavia, l'esperienza rimane molto arricchente. "Vedere le donne maliane in procinto di partorire arrivare sul portapacchi di un motorino, mentre due minuti prima stavano ancora lavorando nei campi, all'inizio sorprende!", Ride Prisca.

Se il ritorno non è stato troppo brutale, «perché ti abitui a confortare molto in fretta», resta la lezione appresa dalla sua esperienza: «Ho imparato a essere meno interventista e a lavorare nel modo più naturale possibile». Chiaramente, gli inneschi di convenienza affinché il parto avvenga nel giorno desiderato, sono lungi dal soddisfarla! “Dobbiamo lasciare agire la natura, soprattutto perché questi fattori scatenanti aumentano significativamente il rischio di taglio cesareo”.

Volontario a Solidarité SIDA dove lavora nella prevenzione con i giovani durante tutto l'anno, Prisca ha anche unito le forze con i Crips (Centri Regionali di Informazione e Prevenzione AIDS) per intervenire nelle scuole. L'obiettivo: discutere con i giovani argomenti come il rapporto con gli altri e con se stessi, la contraccezione, le malattie sessualmente trasmissibili o le gravidanze indesiderate. Tutto questo in attesa di partire un giorno…

Lascia un Commento