Primi mesi: tempo di maternità

Dopo questo primo incontro inizia quindi il tempo del “reciproco addomesticamento”, del graduale aggiustamento. Tutti si conoscono, quella che gli strizzacervelli chiamano “interazione precoce”: la madre e il suo neonato “si creano” a vicenda, si adattano l'un l'altro attraverso la cura. , gioco, allattamento o biberon!) e… tutto il resto! È un periodo dolcissimo, molto “bozzolo”, anche un po' ritirato, ma necessario, dove ogni membro della famiglia costituisce il suo nuovo posto lasciando la parte buona al nuovo arrivato (anche se non è facile ogni giorno).

Un consiglio : i primi sei mesi, approfittane! Fai rifornimento al tuo piccolo, va velocissimo… Portalo, cullalo, annusalo, coccolalo, offrigli il tuo amore “crudo”, lascia che i tuoi desideri parlino da soli. Alcune mamme lo danno a loro piacimento, che si scoprono ipermaterne, come racconta Juliette di Rennes: “Matthis mi ha completamente trasformato! Ma dovevo prendermela (e il papà mi ha aiutato molto) per resistere alla tentazione di rinchiudermi in questo duo…”.

Attenzione, “essere tutt'uno” con il bambino non è affatto un obbligo per il suo benessere! E può anche rivelarsi sclerosante in seguito. La cosa principale: ascoltare il tuo piccolo rimanendo te stesso. Per l'equilibrio di ogni individuo e della famiglia in generale, è opportuno ascoltare anche se stessi, per non dimenticare se stessi…

Proteggi il bambino senza sovraproteggerlo

A poco a poco l'uccellino cresce… e nasce il desiderio di aprire le ali per allargare un po' il suo nido, la sua conoscenza e così per esplorare il mondo esterno. Perché anche questo fa parte dell'omino: ecco un esploratore nato molto curioso di tutto!

Anche se le braccia di mamma e papà sono (e rimarranno) sempre rassicuranti, Il bambino è naturalmente e letteralmente spinto da questo impeto di vita che gli dona, come un Cristoforo Colombo in calzoni corti, il desiderio di allontanarsi un po' dal “seno” genitoriale. In termini "tecnici", questo significa: uscire dal perimetro di sicurezza per avventurarsi ulteriormente in quella che i professionisti chiamano la "zona di scoperta". Trasportato dalle sue piccole gambe grassocce e dal suo sguardo ansioso, Baby non smette mai di andare avanti e di spingere ulteriormente i suoi affari.

Sì ma eccolo qua, potrà farlo solo se la prima zona è ampiamente delimitata, nel senso che tuo figlio lo sain caso di preoccupazione, può sempre tornare a rannicchiarsi nella zona di sicurezza, cioè... con te! E più hai reso questa zona una piccola oasi di pace, più Baby si sentirà libero di andarsene. Paradossale? No, specifico della natura umana.

In fondo, voi, i suoi genitori, giocate un ruolo fondamentale nel suo equilibrio: è proprio perché vostro figlio sarà sicuro di non perdere mai il vostro amore che potrà distaccarsi sempre meglio da voi… Un vero trampolino di lancio per il futuro! E anche una sacra responsabilità, noi ti concediamo...

Genitori: pensate (anche) a voi!

Stia tranquillo, tutto è generalmente fatto in modo molto naturale, con ovviamente alcuni intoppi e mancate accensioni, che spesso consentono di riaggiustare il tiro. Senza dimenticare due condizioni senza le quali questo processo diventa più complicato :

- primo, il fatto che la madre “permetta” al proprio figlio di staccarsi e quindi di allontanarsi da lei (sì, per alcuni, non è necessariamente scontato!), essenziale affinché il bambino acquisisca fiducia in se stesso e viva i propri limiti. Sotto il tuo sguardo orgoglioso, tenero e attento, certo, ma da solo. Nel parco, ad esempio, non ha senso picchiarlo "Stai per cadere!" tutto il tempo, a rischio di bloccarne le iniziative. Piuttosto accompagnalo con la parola dandogli soluzioni se ha difficoltà, ma senza intervenire fisicamente.

- Secondo, osa anche tu staccarti da Baby di tanto in tanto, e senza sentirti in colpa per favore! Non solo ti permetterà di avvicinarti a papà o di prenderti del tempo per te, ma in più ti farà molto bene (se te lo diciamo!). Perché questo è ciò di cui il bambino ha più bisogno per crescere felice: due genitori E-PA-NOUIS! In realtà, è tutta una questione di mezzo aureo.

A proposito, sai perché i ricci vivono a una buona distanza l'uno dall'altro? Semplicemente perché, troppo lontani, avrebbero freddo ma troppo vicini, si pungerebbero. Bene, mamma e bambino, è un po' la stessa bella favola...

Segni di un attaccamento “sicuro”.

– Il bambino piange o piange, ma si calma molto rapidamente alla vista del genitore e dopo il suo intervento;

– Risponde con un sorriso;

– Fin dai primi mesi mostra un interesse particolare per il genitore: lo segue con lo sguardo, gli tende le braccia, gli si rannicchia addosso, gli piace giocare, interagire con lui;

– Questo interesse non fa che aumentare nel tempo fino a divenire esclusivo a determinate età (ansia da separazione intorno agli 8 mesi poi paura delle figure straniere intorno ai 15 mesi);

– Il bambino vuole stare con te e protesta quando te ne vai;

– È sempre più interessato all'ambiente esterno e osserva le tue reazioni quando va in "esplorazione".

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